Fisico statunitense di origine polacca. Ufficiale della Marina, insegnò
all'Accademia navale di Annapolis (1880). Nel 1883 fu nominato professore di
Fisica all'università di Cleveland e dal 1893 all'università di
Chicago. Si occupò di problemi ottici: affrontò con successo il
problema della misurazione della velocità della luce nell'aria,
nell'acqua e in altri liquidi fermi o in movimento, mediante uno strumento di
sua invenzione, un
interferometro (V.), elaborato grazie ai suoi studi
sulla interferenza ottica. Al suo nome è legata una celebre esperienza
(detta
esperienza di M.-Morley), il cui scopo era quello di rilevare
l'eventuale moto della Terra rispetto all'etere, supposto in quiete.
L'esperienza mostrò invece l'indipendenza della velocità della
luce dalla direzione di propagazione e contribuì allo sviluppo della
teoria della relatività. Servendosi di metodi interferometrici
rilevò alcuni dati direttamente connessi alle maree (1917) e, nel 1920,
calcolò i diametri dei satelliti di Giove e di alcune stelle rosse
giganti. Nel 1907
M. fu insignito del premio Nobel per la fisica
(Strzelno, Polonia 1852 - Pasadena, California 1931).